“Gli artisti del fuoco”

Progetto integrato per la promozione e lo sviluppo dell’artigianato artistico e tradizionale, del turismo e del territorio dei Comuni di Cessapalombo e Caldarola.

I comuni di Cessapalombo e Caldarola, entrambi parte della Comunità Montana dei Monti azzurri, sono confinanti ed hanno problematiche simili legate allo spopolamento dei territori ed alla difficoltà di valorizzazione del patrimonio esistente. La contiguità dei territori fa si che i due comuni abbiano legami molto forti determinati da vicende storiche e sociali sovrapponibili.

Un intervento che miri alla valorizzazione del territorio attraverso la promozione dell’artigianato locale prende valore dalla creazione di una sinergia tra le due realtà.

I settori di artigianato tipico interessati dall’intervento abbracciano settori diversi di produzione: per Cessapalombo la secolare produzione del Carbone Vegetale, per Caldarola la produzione della ceramica, del cuoio e del ferro battuto.
Il progetto “Gli artisti del fuoco” prevede una strategia di promozione dell’artigianato di Caldarola e Cessapalombo integrata con la rete museale e con le strutture turistiche dei territori dei due comuni proponendone anche una gestione “in rete”. Tale strategia comprende: attività di studio e di analisi preliminari alla ideazione di un pacchetto promozionale che leghi le attività artigianali alle eccellenze storico, culturali e naturalistiche dei due comuni interessati; seminari; mostre; conferenza di conclusione del progetto e di disseminazione dei risultati.

Le attività intendono:
- promuovere la conservazione e la trasmissione della memoria storico-culturale del territorio e della sua gente;
- ravvivare l’interesse turistico verso i luoghi ancora invisibili dell’entroterra maceratese;
- rilanciare la produzione del carbone come settore produttivo e dare visibilità ai settori della produzione della ceramica, del cuoio e del ferro battuto;

- stimolare l’occupazione derivante sia dall’incentivazione del passaggio generazionale sia dalla creazione di un indotto turistico-culturale;
- incentivare l’elaborazione di strategie comuni di promozione del turismo e degli antichi mestieri.

IL CONTESTO

Cessapalombo
Il mestiere di carbonaio si annovera tra i mestieri della montagna che testimoniano una realtà secolare di duro lavoro nei boschi. Per numerosi secoli e fino alla metà del '900, gran parte del territorio alpino, subalpino e appenninico fu luogo di lavoro degli "artisti del fuoco" che, grazie alla tecnica della carbonaia, trasformavano la legna in carbone. L’antica tecnica della carbonaia permetteva di ottenere, dalla “cottura” della legna in ambiente anaerobico, un carbone vegetale leggerissimo, dal fumo sottile e chiaro, in grado si sviluppare molte più calorie del carbon fossile e della carbonella industriale. Per le sue qualità, era largamente utilizzato per il riscaldamento delle abitazioni e per la cottura dei cibi.
All’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, ed in modo particolare nella zona del Comune di Cessapalombo (MC), il mestiere del carbonaio ha caratterizzato l’antico sistema sociale ed economico di un intero territorio: le carbonaie rappresentavano la fonte d’energia e la risorsa economica primaria della popolazione e delle famiglie che si dedicavano a questa attività.
L’area delle carbonaie interessa la porzione centro-meridionale della Provincia di Macerata, interamente ricompresa nella Comunità Montana dei Monti Azzurri e nel Parco dei Monti Sibillini. Come tutte le aree dell’entroterra maceratese, l’area delle carbonaie ha sperimentato un trend demografico e socio-economico negativo in cui il calo generalizzato della popolazione dovuto alla minore natalità e alla migrazione verso agglomerati urbani più grandi, unito all’invecchiamento della popolazione residente (il 31,5% è ultra 65enne, ISTAT 2011), ha determinato la mancanza di persone attive nel campo economico produttivo.
All’interno di quest’area, la tradizione del carbone prodotto con la tecnica della carbonaia viene portata avanti da una manciata di famiglie. Un tempo la produzione del carbone interessava 50-60 nuclei familiari. Il consumo e la produzione del carbone vegetale sono andati lentamente riducendosi e l’antica tecnica della carbonaia sembra pressoché scomparsa.
Pur tuttavia, nel territorio di Cessapalombo, è forte la volontà di conservare l’arte di trasformare la legna in carbone assieme all’impegno per recuperarla dal punto di vista economico e salvaguardarla per consegnarla alle giovani generazioni.
Nelle frazioni di Villa, Valle e Tribbio, nel Comune di Cessapalombo, la popolazione residente mantiene un legame ancora vivo e partecipato con il bosco e la produzione del carbone. Le carbonaie fungono da contesto dell’identità culturale di queste aree montane ed il capitale umano che ancora si dedica a quest’attività, per motivazione e tradizione, rappresenta un potenziale imprenditoriale. L’integrazione con i territori e i sistemi produttivi limitrofi rende inoltre facile pensare che intercettare altro capitale umano e finanziario per investimenti in eventuali iniziative innovative nella gestione dei boschi non sia difficile.
La volontà di conservare e recuperare questa tradizione risulta ancora più evidente se si considerano gli interventi di valorizzazione del patrimonio culturale, costituito da paesaggi, manufatti e dai prodotti del bosco, realizzati nell’ultimo decennio. Nel 2001, nel circuito museale del Parco dei Monti Sibillini, è stato inserito il Museo delle Carbonaie. Il museo è situato all’interno di Palazzo Simonelli, residenza nobiliare del tardo-settecento, ed ospita gli strumenti tipici e la documentazione storica dell’antico mestiere del carbonaio. Oltre alla cinque sale espositive è presente anche un'area dedicata alle emergenze naturali del Parco Nazionale dei Monti Sibillini (le risorse geologiche e geomorfologiche, le acque, i fiori, gli animali, il patrimonio insediativo, i percorsi storici, le antiche tradizioni civili e religiose). Il museo ha sviluppato anche un percorso esterno, il "percorso delle carbonaie", lungo le cui tappe sono state fedelmente ricostruite tutte le fasi del procedimento di produzione del carbone. Il “percorso delle carbonaie” è un sentiero didattico ad anello che si snoda all’interno dei boschi, coltivi e pascoli dell’area di Cessapalombo. All'interno del museo è possibile acquistare il carbone originale del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
Il progetto di valorizzazione del patrimonio culturale presente nel territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, in generale, e del mestiere del carbonaio, più in particolare, non può dirsi completo senza un piano di recupero del bosco come luogo di produzione e di rilancio dell’arte di trasformare la legna in carbone sia da un punto di vista turistico che economico, rinnovando così i rapporti con la popolazione locale. La salvaguardia del mestiere del carbonaio non può prescindere da:
- lo sviluppo dell’area come luogo di produzione di prodotti tipici e di qualità oltre che turistico; 
- la riconsiderazione del mestiere del carbonaio come attività per le nuove generazioni;
- la valorizzazione del territorio montano come attrattiva residenziale per i giovani;
- la predisposizione di un piano di commercializzazione del prodotto che passi per una efficace comunicazione delle qualità e della unicità dello stess
o.


Caldarola
Caldarola figura tra le località più celebri nella produzione artigianale legata alla ceramica tanto che la tradizione lascia tracce nel borgo anche attraverso segni tangibili: nel centro storico di Caldarola esiste la “Via dei Vasari”. Nel Cinquecento la fama dei vasai di Caldarola era diffusa in tutte le Marche, come attesta l’umanista Francesco Panfilo nel suo poema “Picenum” (“il figulino fabbricante vasi è noto a tutti i Piceni, o Caldarola, per le tue olle”). Nel 1654, Giulio Scampoli, la cita per la realizzazione di “ottimi vasi di terracotta” e gli storici Giuseppe Colucci e Nigrosoli ne parlano nel 1795 e nel 1857 nelle loro opere. A partire dal XVI secolo i vasai di Caldarola, utilizzando le argille delle colline di Carufo e Panicale, fabbricavano orci e vasi di altissima qualità, ed iniziarono a trasferire le loro professionalità e attività anche al di fuori del territorio del Comune di Caldarola. Ai vasai caldarolesi si deve l’introduzione, ad esempio, dell’arte della ceramica ad Appignano, centro ancora oggi assai noto per questa caratteristica industria.
Oggi, l’arte della ceramica viene portata avanti da un laboratorio situato in località Bistocco dove si realizzano e si decorano, con le antiche tecniche, vasi e maioliche.
L’operosità caldarolese, sintetizzata anche nel motto Fervet Opus (Ferve il lavoro) dell’antico stemma della città, abbracciava anche la lavorazione e la commercializzazione del ferro battuto e del cuoio.
La lavorazione del ferro si legò inizialmente all’industria della difesa militare per poi avvicinarsi a scopi civili ed usi più comuni. Fino a pochi anni fa, il maestro Sauro Cardinali, premiato come ‘miglior forgiatore d’Italia’, prestava la sua opera in uno storico opificio attualmente gestito dal figlio Paolo. Accanto a questo storico nome, vi sono quelli di aziende gestite da giovani fabbri che, con determinazione ed impegno, fanno rivivere l’antica arte della lavorazione del ferro.
La concia delle pelli è stata la principale industria di Caldarola fino agli inizi del secolo scorso. Nel 1910 Enrico Dehò, in Paesi Marchigiani, scriveva: “Sui mercati d’Italia accade sovente di udire il nome di Caldarola. È perché da questo modesto paese vanno ovunque pelli conciate, le quali sono accreditatissime” Nel 1770, periodo di massimo splendore la produzione e la lavorazione del cuoio nel maceratese, si contavano, solo a Caldarola, 17 concerie. La tradizione del cuoio oggi risiede presso una decina di artisti che cuciono a mano scarpe di altissimo pregio per prestigiose aziende di moda.
La struttura museale di Caldarola, terra di arte e di castelli, sconta difficoltà nel dare visibilità adeguata alle tradizioni artigianali del luogo: ceramiche, ferro battuto e lavorazione del cuoio, lavorazione della lana e della seta. I prodotti e le tecniche di queste eccellenze dell’artigianato non godono della visibilità che invece meritano. Il progetto di valorizzazione dei prodotti artigianali caldarolesi, quindi, insiste sulla promozione. Rispetto alla realtà di Cessapalombo, dove esistono studi sulla produzione del carbone ed allestimenti/musei già avviati, nel caso di Caldarola, la strategia promozionale adottata impone di partire dal lavoro di ricerca per arrivare ad agganciare la realtà museale di Caldarola.
 
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